L’alta moda italiana incontra la Calabriadi Valentina Spagnolo
Nella serata ‘Incanto’, durante
l’inaugurazione delle giornate di festa di metà agosto di Bivongi (Rc), in una
splendida e autentica cornice tradizionale e sartoriale, abbiamo
assistito al’esaltazione della maestria manuale e dell’eleganza
femminile: l’arte nella ricerca del dettaglio definito
dalla singolarità espressiva. Bivongi (Rc) è un
dolce paese collinare poco distante dalle principali località marine dello
Ionio, nella provincia di Reggio Calabria. Si respira
l’amore e il rispetto delle tradizioni condivise e riscoperte. Il
tipico ritorno estivo ai luoghi di appartenenza da parte di molti calabresi emigrati
all’estero, o trasferitisi nelle grandi città del centro-nord, hanno
segnalato come l’attaccamento ai luoghi natii sia forte nei bivongesi. E
di essere proprio un calabrese doc, lo ha voluto
sottolineare lui, che si è trasferito a Firenze, dove
della sua arte manuale e 'scenica' ha forgiato uno
stile di vita. Protagonista nell'eleganza della serata, Carlo Amato ha
salutato il pubblico al termine della meravigliosa sfilata, impreziosita
dei suoi gioielli scolpiti: “Ho sempre detto che sono della provincia di
Reggio Calabria e di Bivongi. La Calabria è nel mio cuore”, ha poi
aggiunto, esaltando i valori umani e civili di un’attualità globale, da
ricordare ogni giorno. “Molti miei gioielli vengono
dall’Afghanistan o da Paesi lontani, dove sappiamo cosa si sta vivendo.
Questa ‘kefiah’, per esempio. me l’ha regalata una donna palestinese, come
bandiera palestinese”.
Nel tema estetico della serata, si è
dato ancor più un significato profondo al simbolo di un tessuto. Oggi
come mai importantissimo nel contesto di una ridente località in
cui la cultura e il confronto con il resto del
mondo è vita. La ricerca della poesia, di un simbolismo che
attraversa il passaggio dei calabresi, a Bivongi è magico. Le
parole delle organizzatrici, tutte donne, hanno davvero
trasmesso un alto valore aulico, nella dimensione già poetica e
naturalistica di questa piccola gemma calabra, pregna di
colori, di albe e tramonti sul verde collinare degli uliveti, di
romantici scrosci delle sorgenti. Sapori, profumi, sguardi, sorrisi,
strette di mano e tavolate di ricordi ritrovati negli spostamenti. Il rispetto
delle tradizioni, grazie al sacrificio del lavoro e della passione
dedicata all’arte. E la manualità radicata, in una cornice
espressiva semplice, in cui cui lo scambio dei materiali fondamentali ha
saputo riconoscerne il gusto. E la volontà delle donne, adoprate
da sempre allo sviluppo degli abiti e nella realizzazione di un patrimonio
vivo nel tempo.
La sfilata è stafa intermezzata dalla lirica di Mariagrazia Tringale: il soprano di Catania, presentata da un bivongese doc e presentatore d'eccezione, Mimmo Bova. Il quale, ha voluto incorniciare la serata con l'importanza di un “nuovo umanesimo”. Aprendo le arie sulle note di Casta Diva, la soprano ha enfatizzato e reso unico, con il suo talento, il valore della serata. Un momento magico, coinvolgente, dove il valore del femminile ha riscoperto anche le donne del dopoguerra. Quelle che hanno saputo, con il loro estro, ricostruire un'identità italiana attraverso l’arte della scelta delle stoffe, presso i rivenditori di tessuti comprati a Napoli o a Messina. Si rintraccia a Bivongi una comunità in passaggio in cui “l’anima è attraversata dalla memoria, all'ombra delle colline”. Di sicuro, un luogo da scoprire nella sua unicità, metà tra le mete, dove poter capire i valori mai dimenticati e protetti dal tempo. Dove l’autenticità è un tesoro inestimabile, nella bellezza naturale e incontaminata del nostro territorio italiano.