Teatro India
12 • 15 maggio 2021
Dal 12 al 15 maggio (ore 19) al Teatro India si rialza il sipario sulle espressioni produttive
delle compagnie residenti di Oceano Indiano, finalmente visibili dopo il periodo di sospensione,
con il debutto romano di KLUB TAIGA - DEAR DARKNESS di Industria Indipendente; uno spazio aperto in cui prendono vita diversi linguaggi,
generi, codici – teatrali e non – lasciando crescere in quel luogo nascosto e sicuro un organismo pluripensante e agente.
Uno spettacolo che è un manifesto e un grido per rievocare e abitare strategie di protesta, pensiero e immaginazione
KLUB TAIGA - DEAR DARKNESS
di Industria indipendente
con Annamaria Ajmone, Luca Brinchi, Erika Z. Galli, Steve Pepe, Martina Ruggeri,
Federica Santoro, Yva&The Toy George
in collaborazione con Dario Carratta, Floating Beauty, Timo Performativo, TEIN clothin
Produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale
con il sostegno di Angelo Mai e Santarcangelo Festival
Dal 12 al 15 maggio (tutte le sere ore 19) il sipario del Teatro India si rialza sui risultati produttivi delle compagnie residenti di Oceano Indiano che – in uno scambio costante, per vocazione e responsabilità istituzionale, tra saperi, pratiche, sperimentazioni e processi creativi più che mai fondamentali in questa nuova Stagione di ripartenza – tornano ad affiorare a partire dal debutto romano di KLUB TAIGA - DEAR DARKNESS di Industria Indipendente.
Dopo l'esordio alla Biennale Teatro 2020 di Venezia, il collettivo performativo composto da Erika Z. Galli e Martina Ruggeri, immerso in un processo di ricerca legato alla performing art e all'arte visiva, arriva in scena con uno spettacolo teatrale che è al contempo un concerto e un club, proponendo al pubblico l'immersione in una scena diffusa destinata alle controculture, all'unione tra simili, luogo di mostri e fantasmi. Un lavoro corale assieme a Annamaria Ajmone, Luca Brinchi, Steve Pepe, Federica Santoro e Yva&The Toy George, in collaborazione con Dario Carratta, Floating Beauty, Timo Performativo, TEIN clothin, che apre le porte di un klub al buio in cui si usano messaggi cifrati e regole proprie, dove i corpi possono esprimersi in altre modalità, i comportamenti vacillano, i pensieri oscillano, si cambia pelle. Un dispositivo in divenire, un luogo nascosto e scuro, all'interno del quale vive e cresce un organismo pluripensante e agente, un unico corpo fatto di più corpi.
«Abbiamo scelto questa fascia della terra come immagine metaforica dello sconosciuto, dell'intoccato, come luogo antitetico al sogno tropicale immaginato e fantasticato dalla società dello straconsumo – raccontano Erika Z. Galli e Martina Ruggeri – abbiamo scelto questo come spazio metaforico, etico e politico dove poter inscrivere una storia segreta, una terza storia. Klub Taiga è un formato drammaturgico ibrido che si autogenera all'interno di una struttura fissa in cui il focus si sposta, cambia. Il punto d'osservazione non è stabilito una volta per tutte ma, così come prendono parola storie tra cui non esiste gerarchia, allo stesso modo chi le ascolta può scegliere di farlo da qualsiasi prospettiva. Klub Taiga è un paesaggio naturale e anti-naturale, il campo della simpoiesi e il luogo dell'incensurabile perché al suo interno esiste tutto ciò che sfugge alle maglie del visibile, del dicibile, del comprensibile, o almeno di ciò che viene decretato tale. Un manifesto, un grido quasi inascoltabile, che vuole propagarsi, sotterraneo, a migliaia di chilometri di distanza, come un'infezione; al fine di mettere in campo, incontrare, rievocare e abitare strategie di protesta, pensiero e immaginazione».