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12 agosto 2020

MARCO CASSINI INCANTA ALL' #ARIANO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL CON IL FILM CHE è LA STORIA DI DON GIOVANNI MINZONI

 

Sebbene giovanissimo, Marco Cassini vanta un' attività artistica e qualificata di rispetto. Già dai suoi esordi tra teatro e cinema lo si puo paragonare ad un lottatore che si impegna giornalmente per la sua passione di cinema e teatro. Oltre alla recitazione si presta con successo alla regia cinematografica tanto che il film "Oltre il Confine" riceverà il "Premio Giovanni Paolo Secondo il prossimo 6 dicembre a Roma (con le norme stabilite dalla sicurezza Covid)

"Oltre la bufera" ci richiama ad un impegno sociale che vede Don Giovanni Minzoni, giovane prete di Argenta ad riorganizzare la vita sociale alla fine della Prima Guerra Mondiale. Questo film oltre ad essere un film racconta le vicende del dopo una guerra che deve affrontare la ripresa di una Italia alle prese con il futuro Fascismo. Qui trovate parte dell' intervista e dei successi del giovane regista, attore riceverà notevoli applausi da pubblico e critica.

 

Marco Cassini (Teramo, 17 maggio 1986) è un attore, regista e sceneggiatore italiano. Diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Marco Cassini divide i suoi studi fra Roma e Los Angeles. Diviene noto al grande pubblico con la serie tv "Fuoriclasse", dove interpreta il ruolo di Aldo Tiburzio a fianco di Luciana Littizzetto. La serie televisiva è ben accolta da critica e pubblico, e per il 2014 è prevista una seconda stagione, ma l'attore non fa parte di essa. Nel 2011 recita in "Un medico in famiglia 7", il ruolo è quello dell'antagonista Enrico Trotta. Nell'ambito del Napoli Cultural Classic ottiene un premio come "miglior attore emergente" da Giacomo Rizzo ("L'amico Di famiglia"). Nel 2012 Marco Cassini interpreta Gaetano Tognetti,  nel film remake "L'Ultimo Papa Re" di Luca Manfredi, con Gigi Proietti. Nello stesso anno recita per la serie televisiva internazionale "Borgia Faith And Fear".  La serie è distribuita in 85 Paesi nel mondo. Marco Cassini interpreta Pietro Bembo, e nella serie recita in lingua inglese.  Nello stesso periodo Marco Cassini interpreta il ruolo di Toni nella serie web "Forse Sono Io". Cassini, in questi anni, porta sempre avanti il suo percorso di regista. scrive e dirige Blood Oath e Patto di Sangue, prodotti entrambi da Andrea Iervolino. Dopo il successo della sua piéce teatrale "La porta del buio" Cassini scrive e dirige la sua opera prima "La notte non fa più paura", film che ottiene diversi premi e riconoscimenti internazionali. La messa in scena e la regia sono probabilmente il risultato di un profondo studio sul cinema che affonda le sue radici nella recitazione e nella direzione  il film presentato al festival di Ariano.

Tornato ad Argenta dopo la Grande Guerra, don Giovanni Minzoni tenta di riorganizzare la vita sociale e culturale della comunità, cercando di aggregare nel vecchio ricreatorio i ragazzi dispersi nelle campagne. I socialisti, cappeggiati da Natale Gaiba, assessore comunale, dimostrano apertamente il loro disprezzo nei confronti della chiesa e di quel prete. Ma quando i rapporti sembrano prendere la piega della comprensione e della collaborazione, un'altra forza politica, moderna e inaspettata, fa il suo ingresso nella storia e in quel piccolo paese emiliano. Il fascismo sta prendendo piede nelle città e nella campagne di tutta Italia. La gente del paese, persa ogni speranza, si aggrappa così alla figura di don Giovanni Minzoni, ultimo uomo giusto rimasto, unico che potrebbe arginare la forza distruttiva di quella gente in camicia nera. Il parroco risponde a quegli atti vili con la creazione delle prime cooperative femminili e con la costruzione di un teatro per ragazzi.

 

Marco, da dove nasce la voglia di recitare e quale è stato il momento che hai deciso. Lo hai  sentito dentro di te oppure sei stato spinto da indicazioni esterni

In un assolato pomeriggio di ottobre, a scuola, un professore fa ingresso nell'aula dove sto facendo lezione. A gran voce chiede:"Qualcuno, in questa classe, ha voglia di fare un corso di recitazione?". Io alzo la mano, quasi d'istinto. Ho solo 13 anni, e ancora non so che quella alzata di mano avrebbe cambiato per sempre la mia vita. Quando mi ritrovo a fare il corso, mi accorgo che le cose sono più difficili del previsto: c'è uno spettacolo da organizzare, si recita, si canta, si balla. Dico a me stesso: "e ora, come faccio?". Forse questa è la domanda che mi ha spinto a ottenere il ruolo da protagonista in questo primo spettacolo della mia vita, e a vincere il mio primo premio come miglior attore. Anche adesso, quando c'è un ruolo da interpretare, la prima domanda che mi faccio è sempre questa: "come faccio?". Inizia sempre così un percorso costante fatto di studio, dedizione, serietà, che poi mi porta a interpretare i ruoli richiestiVieni dalle marche e precisamente da e quale stimoli ti ha regalato o imposto il tuo territorio

 

Vieni dalle Marche e precisamente? Quali stimoli ti ha regalato o imposto il tuo territorio?

vengo dall'Abruzzo, non dalle Marche. Specifichiamo: sono due regioni splendide e diversissime sotto l'aspetto storico. Mi sento profondamente legato all'Abruzzo, che come diceva qualcuno "è forte e gentile". Da queste parti, infatti, la cordialità non manca mai. Ma se c'è da sporcarsi le mani, siamo i primi a metterci in gioco. La mia città è Teramo, una della quattro province della Regione.  L'Abruzzo è piena di montagne, laghi, fiumi, sentieri... La natura qui è ancora protagonista. È un posto che, anche se molto vicino a Roma, riesce a offrire spazi e luoghi assolutamente imperdibili, che possono ispirare moltissimo. Credo che l'attenzione per l'ambiente, il rispetto per il luogo in cui si vive, sia il futuro

 

Quando hai avuto lo stimolo per presentarti al Centro Sperimentale di Cinematografia?

" Il Centro Sperimentale di Cinematografia è fra i più importanti centri di formazione al mondo, per quanto riguarda la cinematografia. È un luogo di culto, dove si può studiare a fondo la settima arte con i più grandi professionisti e con una classe selezionata di ragazzi che hanno la tua stessa passione. È un posto immersivo, una scuola a numero chiuso: per entrare ci sono diverse prove da superare. Non è affatto semplice. Provare in una accademia simile è una scelta di vita. Credo che l'idea mi sia balenata in testa dopo aver visto tutti i film di Kubrick, Fellini, Antonioni e Dario Argento (ho una passione per il maestro del brivido), dopo aver realizzato numerosi cortometraggi cercando di apprendere al meglio la tecnica, dopo aver interpretato diversi ruoli in tanti spettacoli diversi. A un certo punto mi son detto:"forse questo è quello che vuoi fare davvero, nella vita. Bene, provaci allora!". La preparazione ai provini è stata dura e faticosa, ma ce l'ho fatta. 

Quali e chi dei i tuoi  insegnanti, che cosa ti ricordi di quei 3 anni e cosa di è rimasto o che ti porti dentro?

 Tutti mi  hanno dato cose speciali. Sono molto affezionato a Mirella Bordoni, Eljana Popova e Marco Bellocchio per il lavoro che hanno svolto al Centro Sperimentale. 

Eccoci ai primi passi dei tuoi spettacoli e ai primi film e teatro.

 Ogni spettacolo, ogni film, è stato importante perché mi ha permesso di imparare, apprendere, e conoscere cose nuove. Ho avuto la possibilità di conoscere attori e registi straordinari, stabilendo legami profondi ed indissolubili. 

Di te hai un percorso attoriale con delle ottime guide e quali ti hanno permesso di prendere delle decisioni importanti per proporti

 Quello dell'attore è un mestiere molto difficile e complicato. Ci sono momenti dove sembra che le cose stiano prendendo la strada giusta, e tu senti che da un momento all'altro puoi ritrovarti sui set più importanti del mondo. Ci sono momenti dove, invece, nessuno ti chiama e sembra che il mondo si sia dimenticato di te. Possono passare anche diversi mesi senza che tu abbia un lavoro, o al contrario puoi lavorare talmente tanto da non trovare neanche un giorno, in agenda, per riposare un po'. Tutto è molto, molto relativo, e non ci sono certezze. In un contesto simile, è fondamentale avere un agente che creda nel tuo talento. Ma nello stesso tempo, è necessario che sia tu il primo a crederci e a sostenerti. 

 

Quali spettacoli o film ti hanno lasciato delle emozioni

 "La parola ai giurati", per la regia di Alessandro Gassman, in scena al Teatro Eliseo qualche anno fa, è stato per me me folgorante: gli attori erano diretti benissimo, la messa in scena era perfetta, ricordo ancora il grande applauso alla fine dello spettacolo. Rimasi esterrefatto, davvero. Non ho avuto la fortuna di vedere gli spettacoli di Strehler dal vivo, ma grazie a Youtube sono riuscito a recuperare delle pietre miliari del nostro teatro. Indubbiamente Ronconi, Strehler e De Filippo sono stati la mia guida. Mi emoziono, ogni volta che vedo questi maestri dirigere i giovani attori. C'è un livello altissimo di sperimentazione nella recitazione. Fellini, Kubrick, ma anche Scorsese, Rohmer, Bunuel, sono registi che in me hanno lasciato un segno profondo. 

 Quanto è facile realizzare il casting di un film

Beh, è difficilissimo: scegliere gli attori giusti per un progetto è un percorso che può durare anche dei mesi. Molto spesso la fortuna di un prodotto passa dalla fase del casting. Nei miei film a volte ho impiegato mesi, per scegliere i professionisti adatti. 

Ecco raccontami come hai selezionati tutti gli attori e le comparse

 Provini, provini, provini. E poi ancora: provini, riunioni con i produttori , provini, riunioni con il casting director, poi ancora provini, fino a che non abbiamo trovato la persona giusta.

 Da dove nasce la voglia e desiderio di realizzare un film su un film che è storia con eventi della prima guerra, un prete e il cammino verso del nazzismo

 Il film nasce da un'idea di Stefano Muroni, che è il protagonista e cosceneggiatore. Una sera Muroni mi parla del progetto, che sin da subito mi sembra interessante. Attraverso una documentazione molto rigorosa, mi rendo conto che la storia di Don Giovanni Minzoni è unica e universale e che posso dare un contributo speciale con un linguaggio visivo che possa prendere spunto da altre correnti cinematografiche. Scrivo quindi la sceneggiatura, coadiuvato da Stefano Muroni e Valeria Luzi, prendendo a riferimento il cinema "delle strade" di John Huston, e cerco di dirigere il film con un taglio che ricorda il grande cinema western italiano di Sergio Leone, con primi piani che raccolgono l'essenza e l'anima dei personaggi, il loro vissuto. 

 La sceneggiatura è stata frutto del tuo lavoro sulla documentazione?

 La sceneggiatura del film è stata il frutto del mio lavoro, certo, attraverso la costruzione di una struttura drammaturgica con turning points e momenti di climax studiati con attenzione, ma anche dei miei cosceneggiatori, sempre attenti al rispetto degli eventi storici, all'attenzione sul territorio, allo stile del film. È stato un lavoro di team! 

 Raccontami come hai costruito il film  che non è facile per un giovane realizzare per un tema difficile per il periodo e facile per realizzare un dialogo.

 Il film parte, per me, da un uomo. Che prima di essere un prete, un grande educatore, è un uomo. Come tutti gli uomini, anche lui ha le sue paure, le sue sfide da affrontare. Un uomo giusto, onesto, che ad un certo punto si ritrova di fronte a persone che , indipendentemente dal credo politico, sono violente, non accettano la diversità, calpestano ogni cosa pur di arrivare a controllare il paese in cui vivono. Ecco: di fronte alle ingiustizie, cosa deve fare un uomo giusto, buono, non violento? Deve combattere, o scendere al compromesso? Se ci pensi bene, è un dubbio Amletico, questo! Essere, o no? Combattere , o no? E come si fa a combattere, se il tuo nemico usa armi e bastoni mentre tu puoi solo usare il potere della parola? Queste, e tante altre domande, mi hanno spinto a costruire una storia piena di colpi di scena, che racconta in modo autorevole quel che realmente è successo in quegli anni. 

 Chi è per te questo prete e quale messaggio ti ha regalato

 Vorrei usare le parole del film di Don Giovanni Minzoni: "forse non ci accorgeremo del dissesto che questa bufera potrebbe creare, ma se accorgeranno i nostri figli. E loro non dovranno crescere sotto il marchio del male. loro devono illuminare questa nostra terra, ed è compito nostro difenderla". 

Mi elenchi gli attori e attrici o anche altri personaggi che sono stati importanti pe la realizzazione per di questo e altri film

Stefano Muroni, protagonista e ideatore del film, ha costruito il personaggio di Don Minzoni con serietà, dedizione, e grandissimo impegno. Ci sono momenti molto emozionanti, dove lui e Piero Cardano (l'antagonista del film) mi hanno regalato momenti di grandissima recitazione. A loro va un ringraziamento speciale per aver creduto nella mia visione del film, e per aver interpretato dei personaggi così difficili e complessi. 

In generale, ho avuto la fortuna di avere un cast di attori straordinari, unici: Enrica Pintore, Michela Ronci, Pio Stellaccio, Jordi Montenegro, Rosario Petìx, Luca Basile, Armando De Ceccon, Antonia Renzella, Giulio Cristini, sono stati davvero tutti fantastici. 

 

La parola "ingiustizia" significa disposizione naturale contraria alla virtù della giustizia, dell'equità (Treccani)Tutti i giorni, in tutte le epoche, l'uomo onesto lotta con l'ingiustizia. Per sconfiggerla, l'uomo onesto può usare due strade. La prima è una strada asfaltata, facilmente percorribile: l'uomo onesto risponde all'ingiustizia con la violenza, la sopraffazione, la guerra. Ma alla fine della strada l'uomo onesto si sarà trasformato in un uomo ingiusto. La seconda strada è un sentiero nella pianura infinita dell'Emilia: l'uomo onesto combatte l'ingiustizia, ma lo fa senza utilizzare la violenza. Piuttosto, cerca il confronto, il dialogo, l'ascolto, il rispetto. Sempre. Questa seconda strada è senza ombra di dubbio la più difficile e potrebbe non avere mai una fine. 

È una lotta continua, talvolta Shakespeariana. 

Sicuramente eroica. 

Come si può far valere la propria voce e il proprio pensiero di fronte a chi è violento ed ingiusto? 

Sapete, c'è un uomo che ha percorso questa seconda strada. 

Un uomo che ha vissuto in una Italia ancora sconvolta dalla prima guerra mondiale.

Un uomo che si è ritrovato a lottare contro l'ingiustizia con il coraggio di chi sa che le sue idee avrebbero camminato per sempre da sole, nonostante tutto. 

Un uomo che vale la pena di ricordare, e si chiama Don Giovanni Minzoni. 

Per farlo, ho scritto e diretto un film dove il dramma e il western si intrecciano nella vera storia sapientemente documentata da Giuseppe Muroni, dove le immagini a colori si scontrano con quelle in bianco e nero (il montaggio è di Cristian Sette Gazzanni), dove la musica di Martina Colli e i suoni  di Gianfranco Tortora vi condurranno in un'epoca lontana, eppure  vicinissima a noi. 

La fotografia è di Mattia Tedeschi. Il suo team di fotografia nasce alla Scuola di Cinema IFA Pescara! 

Il film nasce dall'idea illuminante di Stefano Muroni. Ste è anche attore protagonista, potente e poetico, di assoluto livello e spessore, ed è produttore insieme a Valeria Luzi, con Controluce Produzione. Li ho sempre ringraziati pubblicamente per il grandissimo lavoro svolto, la costanza e la dedizione, e desidero farlo anche qui. 

L'antagonista del film è uno straordinario Piero Cardano, spalleggiato alla grande da Jordi Montenegro, Pio Stellaccio, Pietro Bovi.  E poi Michela Ro, Enrica Pintore, Antonia Renzella vi stupiranno, davvero. 

Luca Basile interpreta Italo Balbo,

mentre Rosario Petíx è Natale Gaiba, che insieme a Davide Paganini rappresenta la parte socialista del paese. Attori straordinari, davvero. Quanto lavoro, dietro ogni scena, ogni battuta, ogni movimento.

Vorrei dedicare questo film a chi sceglie sempre la seconda strada. A chi non si arrende, non si ferma, soffre, si, soffre in silenzio, ma poi si rialza per regalare la speranza e la possibilità di cambiare il mondo con l'ascolto e con l'amore. 

E poi lo vorrei dedicare a tutti i miei collaboratori, che con pazienza mi hanno sostenuto in questi anni di studio, ricerca e creazione. 

 

Come e perché hai pensato di portarlo d Ariano che purtroppo in Festival Mozzato, senza pubblico e senza incontri con il pubblico.

 

Spero con tutto il cuore che la situazione odierna relativa al Covid, possa presto permetterci di vivere di sale cinematografiche gremite! 

 

Io ne sono stato innamorato del tuo film perché ho raccolto la storia e il grande significato che ad un grande Papa farà certamente piacere vederlo e di portarlo il 6 dicembre al Premio Giovanni Paolo Secondo fuori concorso perché quel prete in un periodo storico difficile nel sua modestia ma altrettanto forte; capace di un rapporto umano che riesce ad essere protagonista silenzioso contro l'arroganza ma, senza mai usare un potere ma lottava con il confronto per il bene della povera gente.

 

Ti ringrazio per le tue parole, davvero. Ce l'ho messa tutta per realizzare un film che potesse trasmettere questi valori. 

 

Ora quali sono i tuoi prossimi programmi, cosa stai preparando un film o il teatro. O il tuo lavoro di cosa parlerà

 

Sto preparando due film da regista! Purtroppo non posso dire molto, ma credo molto in questi due nuovi progetti, che mi auguro possiate vedere prestissimo! "La presentosa", invece, il mio ultimo indie-film, inizierà il suo percorso nei festival a breve! Un film realizzato nelle zone terremotate d'Abruzzo, per dare la possibilità ai giovani di poter lavorare all'interno di un film! Un'iniziativa sociale splendida, di cui vado fiero.

 

Ho raccolte delle sue testimonianze per questo film " Oltre il Confine" ma  ritengo che prima di dicembre in attesa che il buon senso delle persone abbia la capacità di fermare i mostriciattoli che rischiamo di farci colpire. Se tutto confermato di non essere colpiti da ulteriori pandemie il 6 dicembre 2020 di poter consegnare a Marco Cassini il  Premio Giovanni Paolo Secondo, insieme ad un altro regista che ha presentato un altro film contro dai risvolti diversi di una guerra che ci obbliga a lottare tutti i giorni

 

Enzo Fasoli per Agenzia Stampa Aspapress. è gradita la condivisione sui social anche personali