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6 luglio 2020

I braccianti dormono in strada

 

Change.org

enzo - Da settimane oltre 170 braccianti africani arrivati a Saluzzo, in Piemonte, per la raccolta stagionale della frutta dormono accampati in condizioni indegne nei parchi e sotto i porticati dei palazzi del centro perché senza dimora. Tu dormiresti nel parco dopo una giornata di lavoro? Le accoglienze pubbliche sono chiuse a causa del Covid-19, per cui la Caritas di Saluzzo chiede alla Regione Piemonte e al Governo di trovare una soluzione umana.

Una stagione di dignità per i braccianti a Saluzzo

1.314 hanno firmato la petizione di Caritas Saluzzo. Arriviamo a 1.500 firme!

Da settimane oltre 170 braccianti africani arrivati a Saluzzo per la raccolta stagionale della frutta dormono accampati in condizioni indegne nei parchi e sotto i porticati dei palazzi del centro perché senza dimora.

Alcuni, pur contrattualizzati, non sono stati accolti nelle aziende in cui lavorano e che non hanno l'obbligo di farlo perché assunti al di fuori della normativa del "Decreto Flussi".

Una situazione drammatica perché quest'anno tutte le accoglienze pubbliche ad oggi sono chiuse a causa del COVID-19.

Chiediamo alla Prefettura di Cuneo e alla Regione Piemonte di :

  • aprire strutture sul modello dell' "Accoglienza Diffusa" in ogni Comune del distretto frutticolo (con un numero ridotto di accolti, in condizioni igienico sanitarie dignitose e rispettose delle norme anti COVID-19) e allestire una struttura per i non contrattualizzati, entrambe le soluzioni gestite da Protezione Civile o Croce Rossa;
  • presentare al Governo l'urgenza di una normativa per una soluzione strutturale ai problemi di gestione dei flussi interni di braccianti stagionali che accomunano il Saluzzese ad altri bacini ortofrutticoli

Chiediamo al Governo di :

  • definire una gestione di questi flussi che incroci domanda e offerta di lavoro da Nord a Sud, tramite la conoscenza dei dati sul reale fabbisogno delle aziende;
  • individuare un'unica piattaforma per il collocamento, nazionale pubblica e obbligatoria;
  • individuare un sistema di "Accoglienza Diffusa" strutturale, con competenze, obblighi e costi chiari, per superare il dramma degli insediamenti informali;
  • introdurre una normativa che garantisca un'equa distribuzione del valore aggiunto nella filiera agricola, riconoscendo ai braccianti il diritto ad un salario e ad una contribuzione che rispettino
    le norme contrattuali e assicurando agli agricoltori un compenso adeguato per i loro prodotti;
  • individuare modalità di regolarizzazione dei braccianti stranieri che non siano solo funzionali al periodo di raccolta, ma che tengano conto della loro dignità di persone.

(foto su gentile concessione di Pietro Battisti)

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