CI siamo conosciuti ad Ariano International Film Festival organizzato e diretto da Annarita Cocca e famiglia che spero di ritrovare alla prossima edizione, così come questi giovani appassionati di cinema e nuova generazione di imprenditori delle arti in ogni espressione.
Ciò che mi ha affascinato ed emozionato di loro, è stato il messaggio che mi hanno trasmesso. Sono rimasto affascinato dal loro entusiasmo e mi hanno trasportato ad imparare che giovani poco più che 18enni esprimono interessi sviluppando nuovi eventi per rilanciare l'immagine di realtà popolari regalando una promozione per il Loro Paese: Moncorvino Rovella, nella Provincia di Salerno, dove prevale una cultura affascinante come solo le realtà rurali sanno esprimere. Le loro giornate fatte di fatiche e raccolti in un rito quotidiano meraviglioso. Non posso quindi esimermi nel non chiedere come nasce la scelta di questa loro fatica che forse per il paese si presenta come un mostro ma, che dimostra che i giovani anziché diventare migranti vogliono garantirsi in futuro nel loro territorio, per quell' amore chiamato casa. Io credo che sarà un ulteriore successo in continua crescita offrendo un valore aggiunto al territorio del comune e dei Paesi limitrofi. Sicuramente andremo a scoprire luoghi, profumi, culture, arte e sapori della terra locale dove ogni piatto parla del lavoro e dei prodotti coltivati dai genitori e nonni che ogni giorno sanno offrire con lo stesso calore umano che essi raccolgono con l'aiuto della natura.
Montecorvino che non ha un cinema, ha il sapore di un tempo quando il cinema lo si vedeva in piazza nelle caldi e assolate estati o se più fortunati in una sala della Parrocchia in 16 mm.
Questi ragazzi sono la sfida e la fucina anche per le i festival più blasonati, sono il futuro che spesso pretendiamo di dimenticare ma che ritorna sempre alla memoria.
Ho cercato di raccogliere alcune curiosità che ho proposto attraverso delle domande per conoscere quali progetti ci propongono per il 2019. Sono certo che proprio grazie alla loro passione e lavoro troveranno anche la sensibilizzazione delle istituzioni, enti, aziende non solo del territorio, e anche concittadini per dare a Montecorvino e al Festival l'applauso che meritano-
Enzo Fasoli
intervista esclusiva per Aspapress
Siete giunti alla III edizione del Picentia Short Film Festival ma, prima di parlare delle novità mi fate il punto della I e II edizione. I risultati e percorso che avete fatto.
Siamo partiti ad inizio 2017 con scarsi mezzi ed esperienza ma con un'idea molto ben chiara, quella di poter realizzare un festival di riferimento nell'ambito del cortometraggio, nel posto in cui viviamo. La I edizione (2017) è stata un piccolo inizio, forse la tappa più difficile avendo dovuto iniziare da zero; la II (2018) invece è stata quella che ci ha mostrato margini più ampi di miglioramento; la III (2019) sarà sicuramente ancora un passo in avanti: non abbiamo un punto d'arrivo ideale, ma crediamo - e siamo ottimisti - che con il tempo vi saranno sempre maggiori possibilità di miglioramento. Non abbiamo una destinazione, ma un percorso da fare. Nel corso di due anni siamo passati dal coinvolgere un sempre maggiore numero di cortometraggi (dai poco più di 60 del 2017 agli oltre 135 del 2018) ed un sempre maggior numero di persone (staff, ospiti, pubblico) e istituzioni, ma soprattutto, il risultato più importante è stato lo stabilire dei legami artistici, professionali e personali duraturi con chi abbiamo avuto l'onore di avere ospite. Altro risultato di rilievo, continuativo, è l'aver mantenuto una rassegna priva di alcuna forma di volontariato culturale: la cultura è lavoro, e il lavoro va retribuito, sempre.
Quali le principali difficoltà che avete incontrato?
Le principali difficoltà che abbiamo incontrato sono per lo più di natura economica, istituzionale e sociale. Economica per via delle scarse risorse a disposizione (che se da un lato limitano l'offerta del festival dall'altro ci "abituano" a valorizzare al massimo ogni euro a disposizione e a favorire la sostenibilità del progetto); istituzionale perché non vi è e non vi è stato - almeno fino ad ora - un reale sostegno da parte di esse (diversamente da altri festival) all'infuori delle belle parole spese; sociale perché - va detto - Montecorvino non è per niente abituata ad essere parte di una dimensione culturale 'internazionale', e ci risulta abbastanza difficile riuscire far capire concretamente ad una parte di essa la nostra attività senza esserne fraintesi.
Come è nata l'idea di organizzare una Festival Internazionale nel vostro Paese?
L'idea è nata principalmente dal fatto che l'ACT Production, l'associazione organizzatrice del festival, tra il 2016 e il 2017 ha avuto modo di essere selezionata - in particolar modo con il corto "Andrea" (regia di V. Giannone) - a numerosi concorsi internazionali. Avendo toccato con mano e vissuto in prima persona molti ambienti festivalieri internazionali in Italia, abbiamo pensato che fosse possibile prenderne il meglio di ognuno di essi ed importarlo, con opportuni adeguamenti ed adattamenti, nel nostro territorio. Solo rimanendo nel proprio territorio si può valorizzarlo, non di certo andandosene: essere rimasti nei Picentini è senz'altro un piccolo passo nell'aprire al mondo una delle tante 'periferie' mai scoperte della provincia di Salerno.
Ora per la terza edizione quali le conferme delle precedenti edizioni e le novità che volete mettere in campo.
La III edizione conferma quelle che sono state le tre sezioni tematiche della II (Horror & Thriller; Drama & Social; Comedy & Comic) e ne porta il numero a sei con tre nuove sezioni (Docs, Past & Future, Music Video) di tre altrettanti interessanti e mai finora inclusi generi. Non mancheranno poi le presentazioni dei libri ed altre attività collaterali in via di definizione che saranno dislocate in più punti del territorio comunale.
A chi si rivolge il vostro festival internazionale dal punto artistico?
Ciò che mi ha affascinato ed emozionato di loro, è stato il messaggio che mi hanno trasmesso. Sono rimasto affascinato dal loro entusiasmo e mi hanno trasportato ad imparare che giovani poco più che 18enni esprimono interessi sviluppando nuovi eventi per rilanciare l'immagine di realtà popolari regalando una promozione per il Loro Paese: Moncorvino Rovella, nella Provincia di Salerno, dove prevale una cultura affascinante come solo le realtà rurali sanno esprimere. Le loro giornate fatte di fatiche e raccolti in un rito quotidiano meraviglioso. Non posso quindi esimermi nel non chiedere come nasce la scelta di questa loro fatica che forse per il paese si presenta come un mostro ma, che dimostra che i giovani anziché diventare migranti vogliono garantirsi in futuro nel loro territorio, per quell' amore chiamato casa. Io credo che sarà un ulteriore successo in continua crescita offrendo un valore aggiunto al territorio del comune e dei Paesi limitrofi. Sicuramente andremo a scoprire luoghi, profumi, culture, arte e sapori della terra locale dove ogni piatto parla del lavoro e dei prodotti coltivati dai genitori e nonni che ogni giorno sanno offrire con lo stesso calore umano che essi raccolgono con l'aiuto della natura.
Montecorvino che non ha un cinema, ha il sapore di un tempo quando il cinema lo si vedeva in piazza nelle caldi e assolate estati o se più fortunati in una sala della Parrocchia in 16 mm.
Questi ragazzi sono la sfida e la fucina anche per le i festival più blasonati, sono il futuro che spesso pretendiamo di dimenticare ma che ritorna sempre alla memoria.
Ho cercato di raccogliere alcune curiosità che ho proposto attraverso delle domande per conoscere quali progetti ci propongono per il 2019. Sono certo che proprio grazie alla loro passione e lavoro troveranno anche la sensibilizzazione delle istituzioni, enti, aziende non solo del territorio, e anche concittadini per dare a Montecorvino e al Festival l'applauso che meritano-
Enzo Fasoli
intervista esclusiva per Aspapress
Siete giunti alla III edizione del Picentia Short Film Festival ma, prima di parlare delle novità mi fate il punto della I e II edizione. I risultati e percorso che avete fatto.
Siamo partiti ad inizio 2017 con scarsi mezzi ed esperienza ma con un'idea molto ben chiara, quella di poter realizzare un festival di riferimento nell'ambito del cortometraggio, nel posto in cui viviamo. La I edizione (2017) è stata un piccolo inizio, forse la tappa più difficile avendo dovuto iniziare da zero; la II (2018) invece è stata quella che ci ha mostrato margini più ampi di miglioramento; la III (2019) sarà sicuramente ancora un passo in avanti: non abbiamo un punto d'arrivo ideale, ma crediamo - e siamo ottimisti - che con il tempo vi saranno sempre maggiori possibilità di miglioramento. Non abbiamo una destinazione, ma un percorso da fare. Nel corso di due anni siamo passati dal coinvolgere un sempre maggiore numero di cortometraggi (dai poco più di 60 del 2017 agli oltre 135 del 2018) ed un sempre maggior numero di persone (staff, ospiti, pubblico) e istituzioni, ma soprattutto, il risultato più importante è stato lo stabilire dei legami artistici, professionali e personali duraturi con chi abbiamo avuto l'onore di avere ospite. Altro risultato di rilievo, continuativo, è l'aver mantenuto una rassegna priva di alcuna forma di volontariato culturale: la cultura è lavoro, e il lavoro va retribuito, sempre.
Quali le principali difficoltà che avete incontrato?
Le principali difficoltà che abbiamo incontrato sono per lo più di natura economica, istituzionale e sociale. Economica per via delle scarse risorse a disposizione (che se da un lato limitano l'offerta del festival dall'altro ci "abituano" a valorizzare al massimo ogni euro a disposizione e a favorire la sostenibilità del progetto); istituzionale perché non vi è e non vi è stato - almeno fino ad ora - un reale sostegno da parte di esse (diversamente da altri festival) all'infuori delle belle parole spese; sociale perché - va detto - Montecorvino non è per niente abituata ad essere parte di una dimensione culturale 'internazionale', e ci risulta abbastanza difficile riuscire far capire concretamente ad una parte di essa la nostra attività senza esserne fraintesi.
Come è nata l'idea di organizzare una Festival Internazionale nel vostro Paese?
L'idea è nata principalmente dal fatto che l'ACT Production, l'associazione organizzatrice del festival, tra il 2016 e il 2017 ha avuto modo di essere selezionata - in particolar modo con il corto "Andrea" (regia di V. Giannone) - a numerosi concorsi internazionali. Avendo toccato con mano e vissuto in prima persona molti ambienti festivalieri internazionali in Italia, abbiamo pensato che fosse possibile prenderne il meglio di ognuno di essi ed importarlo, con opportuni adeguamenti ed adattamenti, nel nostro territorio. Solo rimanendo nel proprio territorio si può valorizzarlo, non di certo andandosene: essere rimasti nei Picentini è senz'altro un piccolo passo nell'aprire al mondo una delle tante 'periferie' mai scoperte della provincia di Salerno.
Ora per la terza edizione quali le conferme delle precedenti edizioni e le novità che volete mettere in campo.
La III edizione conferma quelle che sono state le tre sezioni tematiche della II (Horror & Thriller; Drama & Social; Comedy & Comic) e ne porta il numero a sei con tre nuove sezioni (Docs, Past & Future, Music Video) di tre altrettanti interessanti e mai finora inclusi generi. Non mancheranno poi le presentazioni dei libri ed altre attività collaterali in via di definizione che saranno dislocate in più punti del territorio comunale.
A chi si rivolge il vostro festival internazionale dal punto artistico?
Dal punto di vista artistico, il festival si rivolge principalmente a chi - come noi, produttori di cortometraggi e documentati - desidera mettersi in mostra con il proprio lavoro su una passerella internazionale. I riscontri avuti sono stati dei più vari: dal piccolo produttore locale al grande distributore nazionale, passando per svariati filmmakers da tutto il mondo, in molti hanno scelto di partecipare al Picentia Short Film Festival. Riuscire a coinvolgere molti soggetti artistici, ognuno con la sua propria storia e un suo differente percorso di crescita, ci consente non solo di avere una visione 'reale' completa, ma anche - come festival - di avere la possibilità di ibridare l'offerta cinematografica al pubblico e allo spettatore.
E per quale pubblico?
Non abbiamo un pubblico ideale ben definito: il festival è aperto a qualsiasi persona, che gli piaccia il Cinema, l'arte visiva o la cultura a tutto tondo. Con nostra grande sorpresa, le due scorse edizioni sono state accompagnate da un pubblico giovane/medio-adulto (tra i 20 e 40 anni di media): un ottimo segnale che abbiamo trasmesso molto entusiasmo alla nostra generazione, cui speriamo di ricambiare di buon grado l'interesse con la programmazione e le attività del festival.
Voi siete sicuramente gli organizzatori più giovani e questo vi fa merito, ma quanti siete e chi coinvolgete per la pre-organizzazione e anche durante il festival.
La direzione artistica è quest'anno composta da tre persone: Antonio Palo (M. Rovella, 24 anni), Luca Capacchione (M. Rovella, 18 anni) ed Erica De Lisio (Salerno, 22 anni). In veste di consulenti esterni, rispettivamente nelle relazioni con ospiti/giurati ed istituzioni/enti, vi sono invece Vincenzo Giannone (M. Rovella, 27 anni) ed Angelo Mattia Rocco (Bellizzi, 31 anni) - entrambi già nella direzione artistica in almeno una delle precedenti edizioni - e tutto lo splendido gruppo di ragazzi dell'ACT Production. Un'organizzazione giovane, meritocratica e dinamica che va allargandosi col tempo ed estremamente funzionale alle competenze settoriali di ogni singolo individuo impiegato.
Io vedo che state perdendo l'italianità, vi state anglicizzando. Oramai molte, anzi tutte le manifestazioni sono proposte con titoli e sottotitoli in inglese lasciando la lingua italiana ai margini del linguaggio. Perché?
No, non stiamo perdendo l'italianità. Anzi, l'italianità è preponderante già nell'ammissibilità dei cortometraggi (cui sono richiesti i sottotitoli qualora in lingua straniera). Se da un lato manteniamo orgogliosamente la nostra identità, dall'altro però - non dimentichiamolo - dobbiamo anche saperci relazionare con l'ambito cinematografico internazionale cui l'inglese lo fa da padrone. Tutte le comunicazioni sono perciò perfettamente bilingue (italiano-inglese): diamo ad ogni lingua il suo giusto 'peso', ma sul piano comunicativo - in virtù del fatto che ci scrivono da ogni parte del mondo, e non solo dall'Italia - sono tutte messe sullo stesso piano.
Sicuramente anche questa edizione che si svolgerà a fine estate avrà una presenza di autori, registi, attori da ogni parte del mondo non è la sola manifestazione che vi vede coinvolti, so che siete partecipi anche per altri festival e rassegne di cinema. Chi sono i vostri amici del settore?
Esatto, non è la sola manifestazione che ci vede coinvolti. I nostri colleghi - ma anzi, come hai sottolineato giustamente tu, prima di tutto amici - sono l'Ariano International Film Festival (nelle vesti dei direttori Annarita Cocca e Daniele Langella), il festival 'Corto e a capo' di Venticano (AV) (nelle vesti del direttore Umberto Rinaldi), e il festival On-Air di Sorrento (nelle vesti della direttrice Mariella Nica), cui va il nostro ringraziamento. L'impiego e l'apporto che ci scambiamo reciprocamente nelle nostre manifestazioni è la dimostrazione che è possibile creare delle reti professionali in un settore, quello festivaliero, tendenzialmente individualistico.
E per quale pubblico?
Non abbiamo un pubblico ideale ben definito: il festival è aperto a qualsiasi persona, che gli piaccia il Cinema, l'arte visiva o la cultura a tutto tondo. Con nostra grande sorpresa, le due scorse edizioni sono state accompagnate da un pubblico giovane/medio-adulto (tra i 20 e 40 anni di media): un ottimo segnale che abbiamo trasmesso molto entusiasmo alla nostra generazione, cui speriamo di ricambiare di buon grado l'interesse con la programmazione e le attività del festival.
Voi siete sicuramente gli organizzatori più giovani e questo vi fa merito, ma quanti siete e chi coinvolgete per la pre-organizzazione e anche durante il festival.
La direzione artistica è quest'anno composta da tre persone: Antonio Palo (M. Rovella, 24 anni), Luca Capacchione (M. Rovella, 18 anni) ed Erica De Lisio (Salerno, 22 anni). In veste di consulenti esterni, rispettivamente nelle relazioni con ospiti/giurati ed istituzioni/enti, vi sono invece Vincenzo Giannone (M. Rovella, 27 anni) ed Angelo Mattia Rocco (Bellizzi, 31 anni) - entrambi già nella direzione artistica in almeno una delle precedenti edizioni - e tutto lo splendido gruppo di ragazzi dell'ACT Production. Un'organizzazione giovane, meritocratica e dinamica che va allargandosi col tempo ed estremamente funzionale alle competenze settoriali di ogni singolo individuo impiegato.
Io vedo che state perdendo l'italianità, vi state anglicizzando. Oramai molte, anzi tutte le manifestazioni sono proposte con titoli e sottotitoli in inglese lasciando la lingua italiana ai margini del linguaggio. Perché?
No, non stiamo perdendo l'italianità. Anzi, l'italianità è preponderante già nell'ammissibilità dei cortometraggi (cui sono richiesti i sottotitoli qualora in lingua straniera). Se da un lato manteniamo orgogliosamente la nostra identità, dall'altro però - non dimentichiamolo - dobbiamo anche saperci relazionare con l'ambito cinematografico internazionale cui l'inglese lo fa da padrone. Tutte le comunicazioni sono perciò perfettamente bilingue (italiano-inglese): diamo ad ogni lingua il suo giusto 'peso', ma sul piano comunicativo - in virtù del fatto che ci scrivono da ogni parte del mondo, e non solo dall'Italia - sono tutte messe sullo stesso piano.
Sicuramente anche questa edizione che si svolgerà a fine estate avrà una presenza di autori, registi, attori da ogni parte del mondo non è la sola manifestazione che vi vede coinvolti, so che siete partecipi anche per altri festival e rassegne di cinema. Chi sono i vostri amici del settore?
Esatto, non è la sola manifestazione che ci vede coinvolti. I nostri colleghi - ma anzi, come hai sottolineato giustamente tu, prima di tutto amici - sono l'Ariano International Film Festival (nelle vesti dei direttori Annarita Cocca e Daniele Langella), il festival 'Corto e a capo' di Venticano (AV) (nelle vesti del direttore Umberto Rinaldi), e il festival On-Air di Sorrento (nelle vesti della direttrice Mariella Nica), cui va il nostro ringraziamento. L'impiego e l'apporto che ci scambiamo reciprocamente nelle nostre manifestazioni è la dimostrazione che è possibile creare delle reti professionali in un settore, quello festivaliero, tendenzialmente individualistico.
Ma basta parlare di cinema e di emozioni. Parliamo di vere emozioni: se vengo a Montecorvino Rovella cosa trovo sulla tavola e nei piatti di casa? E poi, per smaltire, dove posso fare una passeggiata?
"Nei luoghi del Picentia Short Film Festival molte specialità gastronomiche, in particolar modo la rinomata braciola e il famoso Spumone di Pasqualino Lamberti, la prima risalente al XIV secolo, il secondo ideazione montecorvinese del 1949, il tutto accompagnato da un ottimo vino picentino. Dopo aver mangiato, il nostro consiglio è quello di visitare i centri storici e i monumenti che caratterizzano Montecorvino Rovella, per poi rilassarsi sull'alberato Viale dei Cappuccini."
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