Firmato al Miur il contratto per
incentivare i progetti di recupero delle aree più in difficoltà: stanziati 29
milioni di euro, l'anno scorso era più
di 42 milioni. E per suddividerli si continuano ad utilizzare i parametri
del 2011. Come se nel frattempo non sia accaduto nulla, non via sia stata
un'esplosione di Neet nelle province del Sud Italia.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è
incredibile, invece di incrementare gli sforzi per invertire la tendenza i
nostri governanti stanno addirittura abbattendo i fondi. E si lasciano tanti
giovani del Meridione e delle maggiori isole al loro destino segnato.
Anief apprende infatti il contratto nazionale per
"incentivare i progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo
migratorio e contro la dispersione scolastica" per finanziare i progetti
attuati nell'a.s. 2013/2014, conferma tutti i parametri utilizzati nell'anno
2011/2012: si tratta di indicatori di tipo sociale, economico, sanitario, culturale,
quelli relativi all'incidenza della criminalità e riferiti al sistema
scolastico per quanto riguarda la dispersione scolastica e la presenza di
alunni stranieri. Le risorse finanziarie complessive messe a disposizione per
l'a.s. 2013/2014 sono pari ad euro 29.730.000,00.
"Premesso che l'anno scolastico precedente,
il 2012/2013, il Miur, per lo stesso capitolo di spesa, aveva stanziato quasi
il 30% di risorse in più (42.060.000,00 euro), non si comprende per quale
motivo si continui a tenere conto dei parametri di tre anni. Come se nel
frattempo non sia accaduto nulla, non via sia stata un'esplosione di Neet e di
abbandoni nelle province del Sud Italia", è il commento di Marcello
Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.
Eppure, nei giorni scorsi è stato proprio il
Ministero dell'Istruzione a rendere pubblici i dati su alunni respinti e con
debito formativo, da cui si evince che il 31,4% degli studenti sardi porta a
casa un'insufficienza da recuperare, contro una media nazionale del 25,9%. È la
Sardegna è anche la regione dove si promuove meno: i non ammessi all'anno
successivo sono il 14,7%, contro una media nazionale del 9,6%. Negli istituti
professionali i respinti sono il 23,3%, a fronte di una media del 16%.
Praticamente, in Sardegna solo uno studente su due (il 53,9%) viene ammesso
alla classe successiva.
"È paradossale - continua Pacifico - che
dalla tabella di ripartizione dei fondi, alla Sardegna risulti assegnato appena
il 3,46% dei fondi nazionali, pari a poco più di un milione di euro
complessivi. Una cifra molto più bassa rispetto a quella destinata ad altre
regioni del Centro-Nord, dove i problemi legati ai processi migratori possono
essere maggiori ma non per questo prioritari alle esigenze degli alunni sardi.
Abbiamo l'impressione che si continui ad ignorare certi indicazioni. E anche i
richiami di Bruxelles, che da tempo ha fissato il livello massimo di
dispersione scolastica al 10%".
"Invece di incrementare gli sforzi per
invertire la tendenza - spiega ancora il sindacalista Anief-Confedir - stiamo
addirittura abbattendo i fondi destinati a combattere l'abbandono scolastico.
Se veramente il Governo vuole mettere la Scuola in cima alle sue priorità, non
é più possibile andare avanti in questo modo: è giunta l'ora che incentivi gli
organici di personale, le risorse e lo sviluppo del patrimonio
turistico-culturale del Sud. Il tempo delle promesse sta scadendo".