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2 novembre 2018

Katie Mitchell porta in scena LA MALADIE DE LA MORT di Marguerite Duras _ 8 e 9 novembre Teatro Argentina

L'8 e il 9 novembre al Teatro Argentina
un set "in presa diretta" per un viaggio nelle pieghe più profonde dell'eros, tra voyeurismo e pornografia.
La Maladie de la mort di Marguerite Duras che l'inglese Katie Mitchell ha scelto per un nuovo capitolo della sua personale ricerca sulla commistione fra linguaggi della scena e linguaggi tecnologici, a partire dal dialogo fra teatro e cinema, in un esperimento di meticciato non solo di generi e discipline, con l'osservazione assai ravvicinata della relazione fra un uomo e una donna, compresa quella carnale.

LA MALADIE DE LA MORT
liberamente tratto dal racconto di Marguerite Duras
regia Katie Mitchell
adattamento Alice Birch
con Laetitia Dosch (La donna), Nick Fletcher (L'uomo), Jasmine Trinca (Narratrice)
realizzazione video Grant Gee - scene e costumi Alex Eales
musiche Paul Clark - suono Donato Wharton
video Ingi Bekk - luci Anthony Doran

Produzione C.I.C.T. – Théâtre des Bouffes du Nordcoproduttori associati Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Théâtre de la Ville-Paris, Le Théâtre de Liègecoproduzione MC2:Grenoble, Edinburgh International Festival, Barbican/London, Stadsschouwburg Amsterdam,
Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione,
Teatro Metastasio di Prato, TANDEM scène nationale in collaborazione con Mayhem grazie alla Comédie-Française

Spettacolo programmato in collaborazione con la Francia in Scena, stagione artistica
dell'Institut français Italia / Ambasciata di Francia in Italia

Spettacolo in lingua italiana e francese con soprattitoli in italiano

Consigliato ai maggiori di 18 anni


L'8 e il 9 novembre al Teatro Argentina l'acclamata regista britannica, tra le più innovative e trasgressive della scena europea, Katie Mitchell è protagonista sul palcoscenico del Teatro Argentina con la sua prima regia in lingua francese, LA MALADIE DE LA MORT, una rilettura in chiave cinematografica dell'omonima opera letteraria di Marguerite Duras. Profonda esplorazione dell'intimità, del genere, della pornografia e del sesso, la pièce racconta l'impossibilità d'amare di un uomo e una donna restituita dall'adattamento cinematografico con riprese "live", mantenendo una dimensione misteriosa da thriller psicologico.
La riscrittura ad opera di Alice Birch è portata sulla scena da Laetitia Dosch e Nick Fletcher, e la voce narrante di Jasmine Trinca. Una grande coproduzione internazionale realizzata da Teatro di Roma – Teatro Nazionale con C.I.C.T. Théâtre des Bouffes du Nord, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Metastasio – Prato e assieme ad una nutrita schiera di teatri europei.
Un uomo aspetta una donna in una stanza d'albergo. È notte: il loro accordo prevede che lei arrivi di notte, silenziosa e remissiva. Tutto ciò che l'uomo vuole, lei deve farlo, e per questo riceverà un compenso. Il prezzo non è importante: l'unica cosa che conta, per l'uomo, è imparare come si ama, come si conosce un corpo femminile. Notte dopo notte la osserva, indagandola, cercando il suo segreto, annaspando nella violenza di un'intimità negata. Marguerite Duras scrittrice controversa, autrice del celeberrimo L'amante – si insinua nella loro relazione inquieta, inconsueta, ambigua, e racconta l'impossibilità di una intimità autentica, emotiva, sessuale. Per Marguerite Duras, infine, La Maladie de la mort non è altro che l'incapacità di amare.
In scena telecamere filmano simultaneamente gli attori costruendo minuto per minuto lo spettacolo, nel rispetto delle regole voyeristiche sulle quali si struttura l'allestimento in un gioco di rimandi e visioni. Un punto di vista cinematografico che Katie Mitchell condivide con la Duras: l'intento è quello di restituire la profondità del divario che separa l'uomo e la donna, il maschile e il femminile. «La storia è stata scritta nel 1982 da Marguerite Duras. La giovane drammaturga Alice Birch ne ha data una nuova interpretazione – dichiara Katie Mitchell – Nel testo originale si tratta prevalentemente del punto di vista dell'uomo, invece qui si tratta soprattutto del punto di vista della donna: com'è essere la vittima di quel tipo di uomo? Volevamo usare le telecamere nello spettacolo per capire come l'uomo scruta il corpo della donna, interrogarci su come il suo corpo appare all'uomo, bilanciare il punto di vista maschile con il punto di vista femminile. Nelle prove abbiamo lavorato, ripresa dopo ripresa, su ogni singolo passo del testo. È stato un processo molto lento. Volevo offrire qualcosa che sapevo essere al di fuori di uno spettacolo teatrale "normale". Così, quando lo guardi, in basso vedi "il teatro", e in alto vedi sugli schermi le riprese che mostrano come quell'uomo che stai guardando sta scrutando il corpo della donna proprio in quel momento».

Lo spettacolo si inserisce nel percorso di Stagione DALLA PAGINA ALLA SCENA, nutrita sezione sul rapporto fra letteratura e scena: dall'inglese Katie Mitchell che riversa nel suo immaginario teatral-tecnico-cinematografico La Maladie della mort della Duras, nella quale anche un'altra giovane artista, Elena Arvigo, si inabissa, scegliendo Il Dolore; Emma Dante affronta Basile, scegliendo la novella La scortecata, mentre Valter Malosti compone nientemeno che una trilogia di donne ottocentesche composta da Senso di Boito, Anna Karenina di Tolstoj, Giro di vite da James. Fanny e Alexander completano il loro personale viaggio nella tetralogia di romanzi di Elena Ferrante, Storia di un'amicizia; Federico Tiezzi dirige Lucrezia Guidone come Signorina Else dal racconto di Schnitzler. Si passa poi alle pagine al maschile: Giancarlo Sepe sceglie il mix di ingenuità e scaltrezza di Barry Lyndon; Antonio Latella si misura con Torquato Tasso e la sua "favola pastorale" Aminta; del nipote di Collodi, Paolo Lorenzini, Bisordi riversa in scena il racconto Sussi e Biribissi per gli spettatori piu piccoli; il palermitano Davide Enia adatta per la scena il suo romanzo Appunti per un naufragio che diventa L'abisso; Lo Sguardo oltre il fango, dramma musicale, ispirato al romanzo di John Boyne Il bambino con il pigiama a righe.
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29 ottobre 2018

AL CONI , IL 31 OTTOBRE, IL FAIR PLAY DAY CON “PUT THE BALL AND… RUN! “


AL CONI , IL 31 OTTOBRE, IL FAIR PLAY DAY CON "PUT THE BALL AND… RUN! "



Per il 31 ottobre, al Salone d'Onore del CONI, previsto il tutto esaurito in occasione del "Fair Play Day", che vedrà al centro la presenza del Presidente Giovanni Malagò, neo eletto Membro Permanente e componente della Commissione Sviluppo CIO. Nella circostanza, il Comitato Nazionale presieduto da Ruggero Alcanterini presenterà la combinazione coreutico-musicale "Put the ball and…run! ", realizzata dal Maestro Fabio Frizzi e dal coreografo Stefano Bontempi, in arte Steven B., messaggio per in giovani e non solo, come metafora della vita da affrontare secondo i valori mutuati dallo sport, nel rispetto delle regole e con uno stile di vita corretto. L'iniziativa dalla forte connotazione etica è condivisa e sostenuta da chi fin dagli anni dello sviluppo, dai Giochi Olimpici del 1960, aveva ritenuto di dover lanciare la palla e correre, ottenendo successo. Per questo hanno confermato la loro presenza il "tedoforo" Peris, gli olimpionici Benvenuti, Pamich, Masala, Maffei, D'Aniello, come i grandi Campioni del tennis, Pietrangeli e del rugby, Bergamasco. Insieme con loro, in un crescendo di adesioni, rappresentanti della società civile e delle istituzioni, oltre che del mondo dello sport, disponibili per una intesa sinergica, che privilegi la cultura della prevenzione salute, dell'integrazione e della solidarietà, dai ragazzi ai super-adulti. Nel corso dell'Evento - previsto dalle ore 11.00 alle 13.00 – verranno presentate novità progettuali come Fair Play 4U - format appositamente studiato per diffondere i valori dello Sport tra i giovani dai 6 ai 99 anni - insieme alla Fattoria didattica Tellus della Famiglia Cotarella

Verranno anche presentate realtà consolidate sul territorio nazionale e all'estero attive sui temi del Fair Play.   Infine, dal CNIFP, Associazione Benemerita che opera in sintonia con altre organizzazioni analoghe in quarantuno paesi europei e 120 nel mondo, verranno assegnati i Premi Nazionali Fair Play 2018 e celebrata la prima Fair Play company italiana.

Impossibile citare tutti coloro che parteciperanno a vario titolo all'evento, e che toccano i campi più disparati: tanti altri grandi campioni (come Emiliano Marsili dal mondo del pugilato), importanti esponenti a vario titolo dal mondo del cinema e dello spettacolo (Franco Micalizzi, Silvia Califano, Marco Tullio Barboni, Carlotta Bolognini, Adriana Russo, Giovanni Brusatori, Antonella Salvucci, Eleonora Vallone, Elisa Pepè Sciarria, Cristiana Pedersoli, Elettra Ferraù...), dalle realtà interculturali della Capitale (come la Dr.ssa Hajar Medhat Seilfelnasr, Direttore dell'Ufficio delle Relazioni Culturali e Didattiche dell'Ambasciata della Repubblica Araba d'Egitto a Roma, o Susana Mamani della Comunità Boliviana a Roma), dal variegato mondo cultural-scientifico in senso lato (la nota psicologa Irene Bozzi, Sergio Bartalucci dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati, Marco Ferrazzoli dal CNR, Stefano Bianconi della Garden Golf University), dal mondo della Moda (come la stilista Luisa Lubrano).

Una delegazione del GS Falasche di Anzio arriverà al Salone d'Onore  in visita ufficiale con alcuni ragazzi, mentre per il Liceo Sportivo Santa Maria sarà presente una classe 5a, a testimonianza del grande interesse della scuola verso questa tematica; adesione positiva al messaggio Fair Play anche da parte della sezione Giulio Onesti  di Roma dell'unione nazionale Veterani dello Sport del CONI, nonchè dal Presidente della Fondazione "Il Museo del Rugby, Sudore e Sangue" (il Museo più importante al mondo sul Rugby), Dr. Corrado Mattoccia, accompagnato il 31 dall'attuale Vice-Presidente della Fondazione, Ubaldo Mattozzi.

Hanno aderito all'invito della giornata e dato la  propria certezza di presenza alla presentazione ufficiale al CONI del progetto del loro amico Steven B., assistente artistico tra l'altro da circa 15 anni della celebre showgirl Loretta Goggi, anche un gruppo di seguaci di Loretta e Daniela Goggi Fan Page di Facebook, amministrata da Tina Giudice, che al momento ha circa 72.000  iscritti. 

Invitati anche importanti nomi dal campo della Musica, come Edoardo Vianello, Lino Patruno  o Amedeo Minghi. Questo e moltissimo altro, per un evento che si prospetta straordinario,  che sviscera il concetto del Fair Play a trecentosessanta gradi e tocca la storia sociale dello sport. 

Il Comitato Nazionale Italiano Fair Play ringrazia l'Associazione Culturale "Occhio dell'Arte" per aver collaborato all'organizzazione e alla comunicazione, curato la direzione artistica oltre che aver offerto - insieme ai suoi partner Ristorante Boccuccia, La Bottega del Peperoncino, Casale del Giglio Azienda Agricola, Gruppo ITL, Acqua Minerale Naturale San Martino  -  il momento conviviale a fine evento.

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LUCA SCADUTO DANZATORE IN GERMANIA DOPO TANTE ESPERIENZE E SUCCESSI ORA VIVE NUOVE EMOZIONI NELL' ANTICO TEATRO DEL 1641 DI ULM

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Dance Photo By Luca Scaduto Dancer ( Solotänzer ) of Theater Ulm



Luca scaduto, nato nel 1995 a Sciacca, Italia, ha iniziato a studiare 2013 balletto classico. Nel 2015 ha concluso il suo studio alla " Professione Danza Parma " con il " Mobilitare Advanced 2 level diploma Durante la sua formazione, egli ha partecipato a numerose competizioni e ha partecipato con successo a numerosi concorsi, tra cui il " International Dance Festival Berlin danza olimp " e la " Anna Pavlova Competition " di Firenze, dove è stato premiato come " miglior interprete Inoltre, lavora con molti formati conosciuti di arte contemporanea e artistica europea e ha partecipato a molte produzioni, tra cui " Agora Coaching Project " a Reggio Emilia (Italia), " Valencia Dancing Forward " a Valencia (Spagna), " Fondazione Teatro Regio di Parma " a Parma (Italia), " Egri " a Torino (Italia), " Hnk Split Balet / Croatian Teatro Nazionale Split - Ballet " A Spalato (Croazia). Hanno seguito altri impegni come ballerini alla " Costa Cruise line " e alla " West Side Story "- produzione presso la " Ambra School of muscial teatro " a Bologna. Inoltre, ha lavorato come un vivaio e un vivaio di scuole per diverse scuole di ballo in Italia.

per la stagione 2018/2019, vive intensamente l'attività di danzatore dove la direzione artistica organizza un festival teatrale al Teatro Ulm.


GRAZIE A LUCIA GIUFFRIDA DIRETTRICE E A FRANCESCO FROLA MAESTRO E DIRETTORE DI "PROFESSIONE DANZA" E PROFESSIONE MUSICAL DI PARMA CHE POSSIAMO PARLARE DEI SUOI EX ALLIEVI CHE HANNO PRESO IL VOLO. PROFESSIONE DANZA E' UNA SCUOLA IMPORTANTE CHE OGNI ANNO DIPLOMA DIVERSI ALLIEVI CHE TROVANO LAVORO IN ITALIA E ALL'ESTERO. ANCHE LUCA SCADUTO ESCE DA QUESTA SCUOLA E NEGLI ULTIMI 5 ANNI HA COSTRUITO VARIE ESPERIENZE IMPORTANTI CON SUCCESSO NE PARLIAMO CON LUI CON UNA SERIE DI DOMANDE E CURIOSITA'. ORA VIVE A NOVA ULMA A SUD DELLA GERMANIA 
-
 Com'è Nata la passione per la danza ?

Credo sia stata sempre li, nascosta in angolino dentro di me. Mi raccontano i miei familiari, che sin da quando ero piccolissimo, sentivo la musica e  la prima reazione era ballare. 
Tuttora, quando sento della musica, per me è impossibile non ballare o non muovere il mio corpo. Pensa che a volta non me ne rendo neanche conto fino a quando le persone che sono attorno a me non iniziano a fissarmi e a chiedermi perché sto ballando.
Credo che la passione per la danza non nasca dentro di noi, ma che nasca con noi, già presente al nostro primo vagito.

- Ma da dove vieni? E cosa ti manca della tua città? 

Io sono nato e cresciuto fino all'età di 13 anni a Sciacca, un paese non molto grande della provincia di Agrigento, in Sicilia. 
Devo essere sincero, ad oggi, non sento delle mancanze rispetto alla mia città di origine, ma ricordo che quando mi sono trasferito in Lombardia dalla Sicilia, è stato decisamente traumatico e difficoltoso come cambio. Avevo diverse abitudini, diverse idee, diverse visioni e prospettive, tutte legate alla mia terra d'origine, e quando sono riuscito a capire che sarebbero state un limite per me ho cercato di imparare ciò che di nuovo la vita mia stava proponendo. Da allora non ho mai più sentito nessuna mancanza rispetto ai luoghi d'origine o dove ho trascorso diversi anni della mia vita, perché semplicemente, li tengo con me, come parte di un percorso che ad un certo punto volgerà ad una nuova visione e ad una nuova prospettiva legate ad una nuova esperienza di vita in un altro luogo. 

- Quanti sacrifici per proseguire i tuoi obiettivi ?

Su questa domanda potremmo scrivere un libro .
Ho fatto parecchi sacrifici e rinunce in generale nella mia vita. Infatti per me, tutte le rinunce e i sacrifici che la gente normale e comune fa per la danza, sono sembrati abbastanza normali. Credo sia una delle cose che ha portato a non arrendermi alle sconfitte, ma anzi a lottare ancora di più.
In famiglia io ho sempre aiutato mia madre lavorando come più potevo. Ho iniziato a dare ripetizioni a miei compagni di scuola e a quelli degli anni prima del mio, da quando avevo 15 anni. Ovviamente tutto questo, ha tolto spazio a ciò che un qualsiasi ragazzo definirebbe "Esco a divertirmi con i miei amici". Io non avevo tempo per uscire con i miei amici perché dovevo aiutare a casa, dare ripetizioni e cercare di eccellere a scuola per me stesso. 
E anche quando facevo parte del "Corso Professionale per Danzatori della scuola Professione Danza Parma", non avevo molto tempo per la tanto ammirata frase "Esco a divertirmi con i miei amici", perché al mattino andavo a scuola e al pomeriggio, fino a sera tardi, facevo tutta le lezioni dei corsi professionali e amatoriali, per mettermi al pari dei miei compagni di corso, visto che ho iniziato a fare danza molto molto tardi, e durante il fine settimana andavo a lavorare come cameriere, per potermi pagare gli extra, che la già generosissima Borsa di Studio che la Direttrice Lucia Giuffrida mi aveva offerto, non copriva.
Ad un certo punto, non riuscivo più a percepire i sacrifici e le rinunce, perché ero talmente preso dal mio ritmo di vita e talmente concentrato sull'obiettivo che per me non è mai stato qualcosa sul cui soffermarsi e a cui dedicare importanza, anzi. 

- Mi parli del tuo arrivo a Parma a "Professione Danza Parma" da Lucia Giuffrida e Francesco Frola ?

Ho conosciuto Francesco Frola su Facebook per puro caso. Quando mi chiese la richiesta d'amicizia, lessi subito che era stato un ballerino e che insegnava in una scuola di danza, ed io che ero sempre stato affascinato dalla danza lo aggiunsi. 
Lo salutai amichevolmente e gli chiesi come mai mi avesse aggiunto. Mi rispose, che aveva visto la foto del mio profilo, dove ero in spaccata, ed era curioso di sapere dove stessi studiando. La mi risposta lasciava un po a desiderare. Non stavo studiando in nessuna scuola rinomata o professionale, anche se avevo provato a frequentare per qualche periodo una piccolo scuola di provincia nella Brianza, che ovviamente non sono riuscito più a pagarmi da solo e che quindi ho dovuto mollare molto presto. Ero semplicemente curioso e affascinato dalla danza e mi cimentavo in ciò che vedevo fare in alcuni video, su you tube, o nei talent show. Dopo qualche messaggio, il Maestro mi propone di andare a fare una lezione di prova presso la sede della scuola "Professione Danza Parma". A quel punto non stavo più nella pelle, e preso dall'euforia lo propongo ai miei genitori, che non hanno perso tempo a disinnescare una bomba, quasi pronta ad esplodere. 
Ritorno in camera per riflettere e trovare un modo per convincere mia madre, che sapevo avrebbe ragionato e riflettuto su ciò che le avevo detto. 
E dopo qualche giorno, di pressante ed insistenti discorsi sul mio voler andare, riesco a convincere mia madre, che mi porterà a fare questa lezione di prova.
Ricordo molto bene quella meravigliosa sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto, una volta entrato in quella scuola.
Finalmente potevo fare quello che mi piaceva, pensavo. Solo perché non avevo fatto i conti, come tutti quelli che guardano un spettacolo senza aver studiato danza, con la tecnica della danza, che da riprodurre e giusto un attimo più complessa che da vedere.
Invece, mi sono ritrovato in sala con l'ultimo anno del corso della scuola, tra cui Francesco Gabriele Frola, che adesso è Primo Ballerino di prestigiosissime compagnie. 
Non so come ma quel giorno pur non sapendo nulla di danza, sono riuscito a fare tour en l'air, che sicuramente sia Lucia che Francesco definirebbero orrendo ahah, ma per me era un vero e proprio sogno.
Da quella lezione tutto ha avuto inizio, perché Lucia Giuffrida, decide di darmi una borsa di studio per la Summer School di Salsomaggiore Terme, alla quale vincerò altre borse di studio, assegnate dagli insegnanti della stessa, che hanno confermato il talento che Lucia ha visto sin dal primo giorno, e dopo qualche anno di Summer School è arrivata la borsa di studio che mi ha permesso di poter frequentare la scuola professionale per danzatori che mi ha cambiato la vita, "Professione Danza Parma"

- Chi ha creduto di più in te ?

Io credo che l'unica risposta a questa domanda è: Lucia Giuffrida, la direttrice della scuola. 
Lei è l'unica che davvero ha credo e soprattutto ha scommesso su di me, assegnandomi per due anni consecutivi, una Borsa di Studio, che comprendeva la retta della scuola e quella del convitto.

- Come hai vissuto e con quale sacrificio, se c'è stato a Parma? E qualche ricordo o aneddoto ?

A Parma ho vissuto meravigliosamente. 
Parma per me è stata maturità, responsabilità, lavoro, stanchezza, felicità, sudore, insegnamenti, crescita. 
Ho compiuto i miei 18 anni a Parma, e ricordo che il mio compleanno l'ho passato in convitto, con i miei coinquilini, con una torta che loro mi hanno preparato coni biscotti pan di stelle e della nutella. Un momento che ricorderò e porterò nel mio cuore per molto molto tempo. Quel giorno, mi sono sentito amato e solo, allo stesso tempo. Amato perché c'erano delle nuove persone che mi stavano dimostrando che, per loro, ero importante, e solo perché i mei affetti non erano li con me.
Ho Iniziato a lavorare come cameriere per mantenermi.
Ho dato il mio primo esame di danza e ho finito il mio percorso scolastico, diplomandomi esattamente con lo stesso voto in entrambi gli esami: 86/100. Pensare che Lucia e Francesco, erano presenti anche il giorno del mio diploma, dietro di me a supportarmi con tutti i miei compagni di danza, e a ricordarmi che avevamo le prove subito dopo il mio esame orale di maturità. 
Parma è quella che io adesso definisco casa. Quando torno indietro dai luoghi dove mi trasferisco per lavorare, faccio sempre un viaggio di ritorno verso Parma.

- Francesco Frola dice che sei testardo e che 5 anni fa hai vinto una borsa di studio e che la tua tenacia ti ha permesso di essere quello che sei ora. Si è emozionato rivedendoti cosi perfetto e completo. Cosa risponderesti ai suoi dubbi di 5 anni fa

Il Maestro Francesco è stato un maestro che ha condiviso tantissimo del suo sapere sulla danza con me. Mi ritrovavo tantissime volte davanti alla porta del suo ufficio per chiedergli indicazioni su come poter fare meglio qualcosa o su quali esercizi fare per poter arrivare a ciò a cui ambivo, teoria sulla danza o magari di mostrarmi qualche passo che non riuscivo a fare. 
A distanza di 5 anni rispondo ai suoi dubbi, cercando di raggiungere obiettivi sempre più grandi, per dimostrare loro che ho compreso l'opportunità che mi hanno dato. 

- Di Lucia Giuffrida che mi dici ? Com'è stata come insegnante ?

Lucia Giuffrida è stata l'insegnante che più ho temuto e che più ho amato durante il mio percorso di formazione a scuola. Lei è uno di quelle insegnanti che fa calare il silenzio quando entra in sala, un'insegnante che ti stimola e sfida continuamente a non mollare, un'insegnante che ti mette di fronte alla realtà dei fatti cercando di trovare la soluzione più giusta per te al fine di raggiungere l'obiettivo, un insegnante che ti spiega le cose ma che ti lascia sbagliare per farti capire, un insegnante severa ma che cerca di essere il più oggettiva possibile, uno di quegli insegnanti che rimani a guardare dal vetro della sala mentre mostra gli esercizi incantato perché hai stima profonda di lei come professionista. É stata un insegnate con la I maiuscola per me e una guida che mi ha aiutato molto a crescere e maturare, durante il mio percorso di formazione.

- Quanto è difficile partecipare e imparare in una scuola dove tutti i figli dei direttori fanno danza ? E come si cresce, in competizione oppure c'è una tale amicizia che nulla è difficile ?

Professione Danza Parma ha visto tutti i Frola ballare, dal primo all'ultimo. Io sono stato uno dei tantissimi studenti che avevano un Frola nella propria classe. 
In classe con me c'era Alessandro Frola, che tutti conoscono per Billy Elliot, il suo percorso a Losanna, e tutto il resto della sua carriera da danzatore.  
Non è stato difficile partecipare e imparare, perché tutti in classe venivamo trattati equamente e a tutti sono sempre state date le stesse opportunità. É sempre spettato a noi dimostrare di essere capaci nel fare ciò che ci veniva richiesto, e chi non era capace di fare aveva la possibilità di lasciarsi stimolare per mezzo di sane competizioni da chi lo stava facendo. 
La competizione in una scuola è giusto che ci sia, anche perché la competizioni, in questo lavoro, esiste ed è all'ordine del giorno, quindi prima ti ci abitui e meglio è, ma quello che posso affermare con sicurezza, è che tra me e i miei compagni, c'è sempre stata una competizione super sana, basata sul rispetto e la stima che l'uno avevamo dell'altro.

- Dopo aver lasciato la scuola, quali sono stati i tuoi primi passi nella danza professionale ?

Dopo due anni dal mio arrivo, non mi sembrava vero di stare già lasciando la scuola, ma avevo vinto una borsa di studio per poter entrare in un corso a Reggio Emilia, chiamato "Agora Coaching Project", che mi ha permesso di fare tanta esperienza di palcoscenico e lavora con diversi del panorama contemporaneo europeo.
L'indecisione c'è stata al momento della scelta, perché ero stato ammesso con inizio immediato anche alla "Codarts", una rinomatissima università dedicata completamente alle arti e quindi anche alla danza, e questo percorso che, ho pensato, mi avrebbe dato più visibilità tra i coreografi contemporanei attuali. 
Dopo un anno come membro di "Agora Coaching Project" ho ricevuto un contratto per lavorare con il "Teatro Regio di Parma" e subito dopo un contratto che mi ha permesso di volare in Spagna in una compagnia junior, il cui nome è "Valencia Dancing Forward".
A seguito di questi lavori, tutti uno dopo l'altro, ci sono stato: "Costa Cruise Line", "EgriBiancoDanza Company", "HNK Split Balet / Croatian National Theater Split - Balet", "West Side Story" - Il musical e adesso  SoloTanzer per il "Tanz Ensemble Theater Ulm".

- Vedo che hai avuto diverse esperienze all'estero, quali tra queste le più importanti ? 


Photo from "Gesichter dei Großstadt" Show - "Theater Ulm" , by Jochen klenk 

Le esperienze più importanti che ho avuto all'estero, sicuramente sono state: la collaborazione come guest con il "HNK Split Balet / Croatian National Theater Split - Ballet", la prima compagnia di stato con cui ho lavorato, e adesso il mio lavoro come SoloTänzer presso il Teatro di Ulm. 
Entrambe le esperienze per me sono di fondamentale importanza, per via di tutto ciò che ho potuto imparare mettendomi a confronto in contesti internazionali e quindi dove il livello e la qualità del lavoro sono molto alti.
Sicuramente, una delle difficolta in queste esperienze lavorative all'estero, è la lingua. Molte volte ti esprimi in inglese, ma non sempre tutti sono disponibili o hanno voglia di parlare in una lingua che non è la loro. Nel mio caso specifico, sia in Croazia, che adesso in Germani, mi sono dovuto adattare molto, utilizzando le mie conoscenze dell'inglese e cercando di apprendere il più possibile della lingua del posto. 
Per il resto, non ho mai avuto problemi, neanche nella socializzazione. Ho costruito grandi rapporti d'amicizia, che riesco a mantenere ancora oggi anche con distanze e poco tempo per vedersi.

Ogni coreografo oltre a scegliere gli artisti ha anche un metodo diverso d'insegnamento e di creazione, per te quali le differenze e le difficoltà?

Ogni volta che si cambia coreografo, si mantiene il profilo professionale che un danzatore deve avere a lavoro, e ci apre ad un nuovo metodo e a nuove abitudini che solitamente è la prima cosa che tutti i coreografi chiariscono sin da subito. 
Sono una persona, che in generale nella vita, è dotato di un buon spirito di adattamento e quindi riesco a trovare facilmente un nuovo equilibrio in seguito a cambiamenti, e applico questa mia capacità anche quando cambio coreografo, trovando sin da subito sintonia e cercando di mettermi a disposizione come danzatore, per raggiungere il risultato nel migliore dei modi. 
La difficoltà più grande, credo sia proprio quella di mettersi a servizio di chi in quel momento deve utilizzare il tuo corpo per esprime un messaggio. 
Questo per molti danzatori è difficile, ma credo che faccia parte anche della professionalità di un danzatore, quindi ad un certo punto sei chiamato a fare il tuo lavoro e devi cercare di farlo nel migliore dei modi.

I tuoi successi e il tuo lavoro negli ultimi 5 anni?

In questi 5 anni, ogni singolo step per me è stato un successo e un buon motivo per gioire di ciò che avevo ottenuto e farmi forza per cercare di andare oltre. 
Dal mio diploma, dopo due anni di formazione presso la scuola "Professione Danza Parma", al mio percorso come membro di "Agora Coaching Project", passando per tutte le collaborazioni con il "Teatro Regio di Parma", con la compagnia "Valencia Dancing Forward", "EgriBiancoDanza", "HNK Split Balet / Croatian National Theater Split - Ballet", fino ad essere diventato membro del " Tanz Ensemble Theater Ulm".

Cosa ti emoziona di più ad ogni successo? 

Il mio successo più grande è porter esibirmi sul palco, e tutte le volte mi emoziona moltissimo vedere il pubblico che applaude per qualcosa che ho fatto io. Mi emoziona molto sapere di avere catturato la loro attenzione per buona parte dello spettacolo e che abbiano avuto la voglia di applaudire me alla fine di esso.

Photo from "Gesichter dei Großstadt" Show " - Theater Ulm", by Jochen klenk 


C'è stato uno esibizione dove ti sembrava di aver dato meno di te stesso ed invece il pubblico ti applaudito più di quanto ti aspettavi? 

Ogni volta che salgo sul palco, lo faccio con la Voglia di dare il massimo e fino ad adesso non c'è mai stata una volta che io non abbia cercato di dare il massimo. Quindi, NO, non c'è stata ancora, un'esibizioni dove ho pensato di aver dato meno di quanto avessi potuto fare ed il pubblico ha applaudito più di quando i aspettassi.

Oggi balli o danzi? E che differenza c'è tra il ballo e la danza? Per me la danza è la parola del corpo e il ballo il piacere del divertirsi ma perché esiste tanta differenza

La differenza sta in quanta familiarità hai con il mondo della danza. 
Chi fa questo come lavoro nella vita, si definisce "Danzatore" e conseguentemente "Danza", mentre chi vede da fuori definisce lo stesso ruolo lavorativo con la parola "Ballerino" e quindi vede qualcuno che sta "Ballando", ma fondamentalmente non c'è una differenza sostazionale. Credo che per non rendere noioso ciò che fai in entrambi i casi tu debba divertirti e quindi mettere delle elezioni all'interno di un movimento generato dal tuo corpo.
Personalmente a me non cambia molto tra danzare e ballare. Sia che io danzi, sia che io balli, cerco in entrambi i casi di mettere dentro qualsiasi movimento generato dal mio corpo, dell'energia che caratterizzi quel movimento come mio e non come un qualsiasi passo di danza, che chiunque può fare. 
Quindi io ballo e danzo : Faccio Tutto !

La danza è molto praticata, credo ovunque ma poco frequentata in Italia dal pubblico? Perché ?

Mi facevo questa domanda qualche giorno fa dopo aver avuto per la terza replica di fila SoldOut, mentre quando ballavo in Italia, a malapena alla premiere c'era 1/4 del Teatro pieno.
Io credo che dipenda tantissimo dal lavoro che presenta la compagnia e dal fatto che noi Italiani non siamo più, molto abituati ad andare a teatro, o quanto meno non come negli altri paesi europei.
Forse, rieducando le nuove generazioni a frequentare il teatro, un girono potremmo riavere tutti i teatri nuovamente funzionati e pieni. 

Il pubblico di Ulma come vede gli artisti stranieri e in particolare quelli italiani?

Non fanno differenze, il pubblico è in delirio e vede i danzatori come idoli da idolatrare e credo che reciprocamente proviamo emozioni. Noi doniamo la nostra arte e loro ci regalano applausi.

- Ci sono migliaia di concorsi che vista la presenza dovrebbe avere un pubblico che potrebbe superare il pubblico teatrale. Ma voi ballerini andate a vedere gli altri spettacoli oppure danzate talmente tanto che poi non andate a vedere "i concorrenti"?

Noi ballerini andiamo a vedere gli altri spettacoli, assolutamente si. 
Per essere un buon danzatore, non basta solo eseguire il lavoro dei coreografi con cui si collabora, ma bisogna anche guardare con il resto del mondo ha da offrire per migliorare il tuo di lavoro.
In Sicilia abbiamo un proverbio che dice: "predi l'arte e mettile da parte". In un certo senso, osservando altri coreografi e altri danzatori è come se apprendessi un po di ciò che loro hanno imparato nel corso del tempo, e lo facessi tuo, quindi direi che in questo caso, il proverbio prima citato calza a pennello.

Vivi a Ulma o Nuova Ulma?  Una città che ricordo per averla visitata anni fa, sempre con le case di legno. Oltre danzare che fai ci parli di questa tua nuova vita. Come si passano le giornate? Già sei sempre al Sud, la meridiane della Germania  invece del sud Italia in Sicilia, ci sono differenze ?

Io vivo a Nuova Ulma, un piccola cittadina divisa da un ponte da Ulma. La città è meravigliosa e ricorda moltissimo i luoghi di montagna dove un può guardare dalla finestra, sorseggiando qualcosa di caldo, la neve scendere giù.
Sono sempre al sud e anche se in un altro stato le differenze tra sud Italia e sud della Germania non sono moltissime. 
Ho avuto la meravigliosa fortuna di avere la mia Landlady come vicina di casa e quindi passo buona parte del mio tempo libero con lei, cercando di imparare il tedesco e di non ingrassare troppo, perché lei mi prepare continuamente delle torte. Oltre a stare benissimo con la mia Landlady, passo anche tantissimo tempo con i mei colleghi, che mi fanno compagnia all'interno di dinamiche di vita che, comunque, rimangono quelle di una qualsiasi cittadina di media grandezza.

Le bellezze da vedere tra le due città?

Sicuramente bisogna vedere il Munster, il Danaub River e uno spettacolo di danza del Teatro di Ulm . 
La cittadina è piccola e quindi non c'è molto di materiale da vedere, ma sicuramente vivere qui, ti insegna tantissimo sulla bellezza delle persone che abitano queste due cittadine così vicine, ma cosi diverse, perché appartenenti a due regioni con usi e tradizioni simili ma differenti.

Ci mandi una foto del teatro dove lavori e ci racconti un po' della loro storia?


Il Teatro di Ulm, fondato nel 1641, è il più antico teatro municipale della Germania. È composto da tre dipartimento, quali: ensemble per l'opera / operetta, il dramma e il balletto. 
L'edificio di Herbert-von-Karajan-Platz 1 fu allestito dal 1966 al 1969 secondo i piani dell'architetto Fritz Schäfer e inaugurato il 3 ottobre 1969.

- Difficoltà della lingua? E amicizie sul posto?

La Lingua all'inizio può sembrare un po un impedimento, ma se mastichi un po di inglese, saprai di sicuro come farti capire e piano piano si impara anche la lingua del posto, o almeno io ho sempre fatto così.

Quali per ora i tuoi programmi e progetti futuri? 

Per il momento cercherò di fare al meglio il mio lavoro qui ad Ulma, domani non so. Magari nuove collaborazioni, nuove esperienze. Ho imparato a vivere la mia vita giorno dopo giorno, perché credo che si apprezzi meglio il percorso che si sta facendo. 
Quindi per adesso ti lascio senza una risposta, ma spero presto di scriverti nuovamente con delle novità lavorative.

-  Per il lavoro voglia di tornare in Italia oppure resterai in Germania?

Se un giorno dovessi riuscire a trovare le stesse condizioni lavorative che attualmente ho in Italia, sarei più che felice di poter ritornare, ma fino ad allora, credo fortemente che cercherò di costruire un vita qui in Germania. 

Un consiglio per i giovani che vogliono o fanno danza e che si accingono a prendere il volo come hai fatto tu?  

Lottate per ciò che volete, se lo volete davvero. Un girono tutti i vostri sacrifici verrano ripagati se credete nel percorso che state affrontando. 

Quando ti possono vedere in scena? da qualche indicazione: spettacolo, teatro, dove e giorni ?

É possibile vedermi in scena in tutti gli spettacoli del Teatro Ulm che prevedono della danza. 
Tenete d'occhio le date qui  https://www.theater-ulm.de/spielplan e spero di vedervi molto presto.

Ha chi devi tutti i tuoi risultati e successi?

Dedico tutti i risultati e i successi a me stesso e a chi mi aiuta a raggiungengerli supportandomi anche solo con una parola di conforto.

- Quante lingue parli e difficoltà se esite di lavorare all'estero ?

Oggi Parlo abbastanza bene, oltre all'italiano che è la mia lingua madre, Inglese e Spagnolo e poi capisco un po di croato e di tedesco.
Ho imparato queste lingue per vie del mio lavoro e dei viaggi fatti per cercare lavoro, e non ho mai avuto difficoltà all'estero, proprio perché mi sono sempre aperto a nuove esperienze, culture e modi diversi di pensare e parlare. Se affronti una nuova esperienza senza pregiudizi, di sicuro non farei difficoltà viverla al meglio e ad imparare il più possibile dalla stessa, comprensivo di lingua.

Ti ringrazio della possibilità che mi ha dato di raccontarmi. 
Spero di sentirti nuovamente al più presto 

CERTAMENTE SARA' UN PIACERE SEGUIRE I TUOI SUCCESSI

INTERVISTA ESCLUSIVA DI ENZO FASOLI PER AGENZIA STAMPA ASPAPRESS 10/2018

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38_Fantafestival_5/9_Dicembre_My_Cityplex_Savoy_Roma



    
38° FANTAFESTIVAL
MOSTRA INTERNAZIONALE DEL FILM DI FANTASCIENZA E DEL FANTASTICO

MY CITYPLEX SAVOY ROMA – 5/9 DICEMBRE


Giunto alla XXXVIII edizione, torna il FANTAFESTIVAL con una nuova direzione artistica e aspetta il suo pubblico con l'ormai consolidata ricca selezione di film e cortometraggi indipendenti italiani e internazionali e tante novità: il primo fan film italiano dedicato alla saga cinematografica dei Ghostbusters, i nuovi film di Ruggero Deodato e di Luigi Cozzi, un documentario sul cinema di Michele Soavi, un film maledetto e molto altro ancora.
Il Fantafestival, in collaborazione con VIDEA, dedica un focus speciale a Suspiria di Dario Argento con la proiezione del restauro curato da Luciano Tovoli, già autore della cinematografia del film. Tovoli incontrerà il pubblico per presentare il lavoro di restauro e l'edizione in digipack distribuita da VIDEA.

Al via dal 5 al 9 dicembre la 38^ edizione del FANTAFESTIVAL (Mostra Internazionale del Film di Fantascienza e del Fantastico), che vede per la prima volta al timone della kermesse romana i due nuovi direttori artistici Marcello Rossi e Luca Ruocco, già da anni presenti nello staff organizzativo del festival, che stanno preparando per il pubblico un'edizione ricca di incontri, proiezioni in anteprima, eventi speciali e retrospettive.

Si comincia con un evento speciale che precede il festival vero e proprio: la sera del 30 ottobre presso il Multisala Barberini, il Fantafestival presenterà il nuovo film di Alberto Bogo: Terror Take Away, divertente commedia horror che mescola un'ironia sarcastica e a tratti demenziale con un'atmosfera da slasher movie. La proiezione romana del film, alla presenza del regista e dell'attrice Noemi Esposito, sarà un vero e proprio evento interattivo: durante la proiezione gli spettatori potranno infatti usufruire del kit Bogovision per vivere un'esperienza di realtà aumentata analogica e sentire gli odori delle scene clou.

L'1 e il 2 dicembre il Fantafestival si apre al Cinema Trevi con una retrospettiva dedicata al regista Alfonso Brescia, uno dei registi dimenticati nel panorama della produzione fantascientifica italiana che, seguendo la tradizione di tanti altri suoi colleghi dell'epoca, spesso si firmava con il nome straniero di Al Bradley. Brescia è stato attivo in quei magici anni '70 in cui il cinema italiano di genere era all'apice della sua produzione, spaziando dal poliziottesco, all'erotico al genere avventuroso. Non poteva naturalmente mancare la fantascienza! Una vera saga sull'onda del successo di Guerre stellari con cinque film tutti proiettati in 35 mm: Anno zero - Guerra nello spazio, Battaglie negli spazi stellari, La guerra dei robot, Sette uomini d'oro nello spazio e La bestia nello spazio.

Il My Citiplex Savoy si riconferma casa della kermesse e si prepara a ospitare nei cinque giorni di Fantafestival un programma ricco di ospiti, proiezioni, presentazioni ed eventi.
Tanti gli incontri da non perdere! Luigi Cozzi (Star Crash - Scontri Stellari Oltre la Terza Dimensione, Paganini Horror) presenterà in anteprima italiana il suo ultimo film: I piccoli maghi di Oz, liberamente ispirato al romanzo "Il meraviglioso mago di Oz" di L. Frank Baum e interpretato da un gruppo di giovanissimi attori.

Un'altra proiezione da non perdere, organizzata in collaborazione con Nel Blu Studios, è Ballad in Blood, ultimo lungometraggio di Ruggero Deodato (Cannibal Holocaust, La casa sperduta nel parco), un violento thriller ispirato alla tristemente nota vicenda di cronaca nera dell'omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia nel 2007.
Sempre Deodato sarà protagonista della presentazione del volume edito da Edizioni NPE contenente il trattamento inedito del sequel di Cannibal Holocaust, illustrato per l'occasione da Miguel Ángel Martín.

Claudio Lattanzi, regista di Killing Birds, presenterà in esclusiva il documentario Aquarius Visionarius, dedicato alla carriera cinematografica di Michele Soavi che Lattanzi ha avuto modo di seguire molto da vicino, essendo stato aiuto regista in due dei film cult di Soavi: La Chiesa e Deliria. Sempre in anteprima per il pubblico del Fantafestival, Lattanzi presenterà una clip esclusiva del suo ultimo lungometraggio ancora in lavorazione: l'horror Everybloody's End, che vede nel cast Cinzia Monreale, Giovanni Lombardo Radice, Marina Loi e Veronica Urban.

Il XXXVIII Fantafestival vedrà anche il debutto romano del fan film del club Ghostbusters Italia: una produzione indipendente che per qualità della storia e degli effetti speciali ha ben poco da invidiare alla saga a cui si ispira.

Dopo il successo dello scorso anno, Andrea Marfori (Il bosco 1), torna ad essere orgoglioso protagonista delle proiezioni dedicate agli Z-Movies con il suo ultimo lavoro: Quest of Fear, horror di co-produzione italo-russa ambientato durante una notte di Halloween nella fredda Mosca. Una seduta spiritica organizzata per gioco si tramuta in un incubo senza fine, nel film di Marfori basato su fatti realmente accaduti, riportati all'interno di macabre leggende metropolitane moscovite.

Chi lo ha visto lo definisce "il film più letale mai realizzato" e sembra che, diversamente da tanti film che vantano una finta aura maledetta, Antrum abbia davvero al suo interno qualcosa di negativo e oscuro. Girato negli anni '70 in California, il film ha avuto la sua unica proiezione pubblica nel 1988, a Budapest… una proiezione finita in tragedia, con il cinema distrutto da un incendio e numerose vittime. Nel corso degli anni '80 altre morti misteriose hanno circondato il film, colpendo i pochi addetti ai lavori che lo avevano visto o che hanno tentato di programmarlo al cinema. Creduto distrutto per sempre, una copia del film è stata recuperata nel 2014 dai due registi Michael Laicini e David Amito, appassionati di cinema underground, i quali hanno deciso di riportarlo alla luce, confezionando un documentario di 15 minuti che accompagna il film. E per coloro che avranno il coraggio di guardarlo Antrum verrà proiettato per la prima volta in Italia al prossimo Fantafestival.

Partner ufficiale della XXXVIII edizione del Fantafestival è la casa editrice di fumetti Bugs Comics che, in collaborazione con la società P&Co, quest'anno ha prestato la matita e i pennelli di uno dei suoi autori di punta, Antonio Mlinaric, per la realizzazione della locandina ufficiale.

Il Fantafestival in collaborazione con VIDEA dedicherà una proiezione evento di Suspiria, in occasione dell'uscita digipack in edizione limitata. A presentare per la prima volta a Roma questa nuova versione da lui restaurata sarà Luciano Tovoli, autore della cinematografia di Suspiria che, oltre ad accompagnare il pubblico in questa nuova visione del capolavoro di Dario Argento, presenterà anche il libro-intervista Suspiria e dintorni, a cura di Piercesare Stagni e Valentina Valente, pubblicato da Edizioni Artdigiland. Lo stesso editore ha curato per VIDEA i contenuti extra presenti nel digipack.



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